Il più giovane luparo del mondo

Introduzione di Antonio Iannibelli:

Osservare gli animali in libertà e come leggere un grande libro, ecco cosa accade se una mattina ci alziamo con le stelle e ci rechiamo nel posto giusto per osservare i selvatici, se tra questi ci sono anche i nostri amici lupi allora tutto sarà più facile e emozionante. Se abbiamo anche le giuste conoscenze e buone attrezzature possiamo realizzare documentari come questo. Andrea è un ragazzino molto particolare, a soli 13 anni è attratto dal mondo naturale e avendo un padre appassionato fotografo di natura le occasioni non gli  mancano. Catturato anche lui dal fascino della vita selvaggia non riesce più a perdere neanche un’occasione per osservare gli animali, ma l’incontro che ci racconta in questo articolo è veramente interessante. Cosi anche se Andrea ruba qualche ora allo  studio compensa ampiamente imparando sul campo, inoltre per chi non conosce il vero lupo in questo racconto troverà tante vere notizie sul suo comportamento.

A cura di Andrea Melchionda 

Ho tredici anni ed ho iniziato a fare fotografie questa estate, dopo vari mesi passati a guardare gli scatti di mio padre e dei suoi amici. Mi impressionavo quando vedevo che fotografavano volpi, cinghiali, caprioli, daini, cervi e lupi.

Foto di Andrea Melchionda

Quando mio padre mi raccontava di aver fotografato dei lupi, mi stupivo molto, sia perché non pensavo che il predatore vivesse dalle nostre parti, sia perché mi spaventavo un po’, dato che consideravo ancora il lupo come un animale feroce e pericoloso.

Poi, con l’aumentare della passione per la fotografia naturalistica, ho cominciato a leggere gli articoli di Antonio e ho scoperto che non si tratta di un animale aggressivo. Sì, perché uno che ci gioca e ci mangia e torna a casa senza un graffio, ma anzi con la felicità di avere vissuto un’esperienza simile, è la testimonianza che i lupi non sono affatto cattivi, ma si comportano come qualsiasi altro animale.
Il problema, però, era che il lupo si vedeva con molta rarità: secondo quello che diceva lo stesso Antonio a mio padre, con cento uscite il lupo veniva visto solo tre volte.

In effetti, mio padre era nella media, dato che lo aveva visto due volte dopo un anno passato a cercarlo, e l’apparizione è avvenuta in lontananza. Devo dire, però, che io avevo molta fiducia dato che la fortuna era dalla mia parte: dopo quattro uscite per il bramito del cervo, avevo già visto quattro volte la volpe, tra cui una volta a due metri, tre volte il cinghiale e cervi in grande quantità. Finito il periodo del bramito, ho ricominciato a pensare al lupo, anche perché Antonio con la fototrappola ne aveva filmati otto.

Per via della scuola io potevo uscire molto poco, circa una volta al mese, e morivo di invidia quando, ad esempio, sentivo che Stefano aveva filmato il lupo. Finalmente, una domenica mattina, sono riuscito a uscire con tutti gli amici di mio padre in cerca del misterioso predatore. In questa giornata, oltretutto, ho conosciuto di persona Antonio ed anche Andrea. Ci siamo andati ad appostare quando era ancora buio. I lupi, però, non si sono fatti vivi e siamo riusciti a fare solo qualche scatto a dei caprioli.
Sabato 13 Novembre era in programma l’inizio della Festa del Lupo. Mio padre mi aveva promesso che saremmo usciti il giorno dopo. Vista l’assenza di notizie recenti di lupi, lui aveva pensato di andare a fare qualche primo piano a caprioli in un posto che conosceva, ma ha poi cambiato idea quando ha saputo che anche Antonio sarebbe uscito con noi “a lupi”.

Eccoci allora a domenica 14 novembre. Sveglia alle 5. Andiamo ad appostarci. Antonio va nella parte più alta dove può controllare la situazione, mentre noi andiamo al solito posto. Arriviamo e, a circa settanta metri da noi, vediamo subito cinque cervi: un adulto, due subadulti e due fusoni, che si scontravano per giocare. Cinque minuti dopo è arrivato un altro adulto molto bello (circa tredici punte). Abbiamo fatto qualche scatto, anche se la luce non era ottima. Dopo un po’ ci siamo insospettiti: perché i cervi guardavano sempre a destra? All’inizio pensavamo che osservassero delle femmine che si trovavano nel campo di fronte, ma la direzione non era esattamente quella. Ad un tratto, mio padre mi dice:“Andrea, il lupo, il lupo!” Era proprio lui. Stava salendo dal campo alla nostra destra e andava in direzione dei cervi, che ancora non lo vedevano. Appena è giunto vicino ai cervi ho notato che dietro lo stava seguendo un altro lupo.

I cervi, che ancora si stavano scontrando, si sono fermati di colpo appena hanno visto i due predatori. Uno di questi ha costeggiato il campo andando ad acquattarsi nell’erba alta, sotto lo sguardo dei cervi e di un fusone di daino che si era nel frattempo aggiunto al gruppo; il secondo lupo è invece corso dietro ad un capriolo, allontanandosi di qualche decina di metri. Poi il primo lupo è tornato fuori e ha cominciato a rincorrere i cervi. Dopo qualche corsa, i cervi hanno reagito e gli sono corsi contro, facendolo scappare dalla parte opposta a quella da cui era arrivato. E’ poi rispuntato l’altro, che si è lanciato contro gli ungulati. Ha però cambiato subito direzione, non appena uno di questi ha accennato all’attacco. Il lupo, allora, capendo che non poteva competere, ha costeggiato il campo dall’alto, seguendo le orme del compagno.

Che bella scena! Alla mia seconda uscita in cerca del lupo, non solo lo avevo visto, ma avevo assistito ad una scena che ti capita una volta nella vita! Più tardi, nella mattinata, abbiamo poi visto anche un cervo con una macchia enorme di sangue. Dopo aver parlato della cosa con gli amici, non siamo ancora sicuri se è stata opera di un lupo o, più probabilmente, di una ferita causata da uno scontro con altro cervo durante il bramito.

Arrivati a casa, abbiamo avvisato subito gli amici, che hanno risposto con calorosi complimenti. Mi ha fatto molto piacere quando Stefano mi ha detto: “Ormai sei uno dei nostri!”. Ma certo non posso dimenticare quello che mi ha detto Antonio a fine giornata: “Andrea, sei il più giovane luparo del mondo!”.

 

6 commenti su “Il più giovane luparo del mondo”

  1. Prima di tutto i complimenti ad Andrea, per la belle foto e il dettagliato resoconto di una giornata veramente fortunata. Ancora una conferma per chi ne avesse bisogno che i lupi non sono cosi feroci come vengono descritti, anche questo incontro dimostra che gli ungulati, le prede per eccellenza del lupo, convivono senza difficoltà con i carnivori. Come detto più volte i lupi più che super predatori sono “spazzini” si nutrono cioè soprattutto di carcasse e di animali in difficoltà, il cervo ferito che abbiamo osservato in questa occasione sarà probabilmente a breve cibo per questo branco, solo perché ormai non è più utile per la sopravvivenza della specie e perché una ferita cosi grave difficilmente potrà rimarginarsi. Cosi facendo i lupi rendono agli animali selvatici un ambiente più sano e quindi una vita migliore.
    Ma la cosa che veramente mi ha colpito è stato lo strano comportamento del giovane daino. Io ho assistito alla scena da una posizione meno favorevole e da molto lontano, oltre 500 metri in linea d’aria. Sono rimasto più volte ingannato dalla sagoma del giovane daino melanico pensando si trattasse di un lupo. Per un po’ ho pensato a tre lupi, ma quando tutto mi è tornato chiaro, dopo aver chiesto ad Alessandro, ho fatto la mia considerazione. E’ probabile infatti che il daino avendo notato i predatori si è istintivamente messo al sicuro tra i grandi cervi maschi, infatti qualche probabilità di successo i lupi potrebbero averla sui giovani senza la protezione del branco.

  2. Caro Andrea, ho letto con ammirazione il tuo dettaglaito racconto, impregnato di stupore e passione per la natura di casa nostra.
    Sono contento di aver visto i tuoi occhioni sgranarsi davanti ai “ruggiti” dei grossi cervi a settembre, posso solo immaginare la tua espressione quando di colpo ti sono apparsi i due lupetti!
    Bravo bravo bravo, anche per aver mantenuto la calma ed aver inquadrato con attenzione tutta la scena, senza concetrarti, come era più logico, sui soli predatori. Questo documento che pubblichi è davvero eccezionale, trattandosi di lupi selvatici nel loro ambiente naturale. Pochi fotografi (ben più anziani di te) hanno saputo “colpire” il lupo per bene in orari diurni, ancora meno hanno avuto la fortuna di metterne due nella stessa inquadratura, solo pochissimi hanno documentato una vera e propria scena di caccia.
    Sei il più giovane del mondo senza dubbio, ma lasciati dire da chi ti conosce e ti ha visto iniziare che hai una serietà e un’attenzione da Grande! Continua così. Stefano

  3. Tantissimi complimenti al mio cugino prodigio! E complimenti anche per il bellissimo racconto! Purtroppo non conosco questa fantastica attività da voi svolta ma sono un buon amante della natura e l’unica cosa che posso dire è, ancora, complimenti!

  4. Ciao Andrea,
    ho visto le tue foto proiettate alla festa del lupo.
    Il tuo racconto è avvincente ed interessante.
    Hai la stoffa dello scrittore, oltre che quella del fotografo…
    Sono ammirato per la passione e l’intelligenza con cui osservi ed apprezzi la nostra montagna e gli animali che la popolano.
    Grazie per aver condiviso le tue preziozissime e rare immagini e ancora complimenti!
    Ciao,
    Fabrizio.

  5. Francesca Gallerani

    Innanzitutto da ex insegnante di Scienze complimenti a questo nipote già esperto di ungulati e fusoni!!!!!
    Che bello ci hai fatto vivere questa tua intensa giornata come se fossimo lì con te
    Grazie, ma io ancora penso di aver timore del lupo , quando ci vediamo spiegami perchè non dovrei temerlo.
    Cmq quando facevamo l’escursioni a scuola gli accompagnatori ci dicevano sempre che l’animale più pericoloso è l’uomo !!!!!

  6. Pingback: Emozioni finlandesi – mercoledi 22 giugno 2011 | Provediemozioni - Fotografia Naturalistica

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