Lupi di dimensioni abnormi uccidono quattro pecore

Fonte: Resto del Carlino del 3 dicembre 2010  http://www.ilrestodelcarlino.it/ascoli/cronaca/2010/12/03/423984-lupi_dimensioni_abnormi_uccidono_quattro_pecore.shtml 

Colle San Marco (Ascoli Piceno), 3 dicembre 2010 – Un branco di lupi ha attaccato un gregge e sgozzato quattro pecore a Colle San Marco, proprio vicino all’area di sosta dei camper, a pochi chilometri da Ascoli Piceno. A darne notizia è la Coldiretti Ascoli Fermo, dopo la denuncia di un allevatore del luogo, Marco Ranelli, che ha trovato gli animali uccisi e diversi altri feriti.

Le pecore si trovavano all’interno di un recinto elettrificato, accanto al campeggio del Pianoro, ma i lupi sono comunque riusciti ad entrare. “Lupi di dimensioni abnormi, come dimostrano le foto delle impronte che abbiamo scattato assieme al veterinario dell’Asur – spiega Ranelli, imprenditore ascolano presidente di zona della Coldiretti provinciale – Non si tratta di specie autoctone, che peraltro qui sono scomparse da almeno un centinaio di anni, ma di varietà probabilmente provenienti dall’est Europa che qualcuno ha evidentemente voluto reintrodurre, con i bei risultati che ora vediamo”.

Una presenza che non solo mette a rischio gli allevamenti della zona ma solleva preoccupazione anche per la sicurezza dei residenti. “Se sono arrivati così vicino alle case significa che non hanno paura – sottolinea Marco Ranelli – e ora non sappiamo davvero cosa fare, visto che neppure le reti elettrificate servono a difendere i nostri allevamenti. Le continue incursioni dei cinghiali ci hanno fatto abbandonare le coltivazioni di cereali, ora vogliamo eliminare anche le ultime aziende rimaste, che tra l’altro sono le sole ad assicurare la manutenzione di un territorio altrimenti esposto al rischio di dissesto idrogeologico?”.

Un problema dinanzi al quale la Coldiretti Ascoli Fermo invoca la necessità di nuove regole per la tutela delle aziende, a partire dai risarcimenti. “Il meccanismo attuale – spiega Coldiretti – non tiene conto né del valore effettivo degli animali né dei danni indiretti causati dagli attacchi, dalla perdita di fertilità agli aborti, alla minor produzione di latte. Senza dimenticare che vengono rimborsate solo le carcasse rinvenute e non quelle trascinate via”.

Oltre a risarcimenti reali, la Coldiretti Ascoli Fermo propone forme di assicurazione per le aziende attaccate che coprano l’intero danno, assieme alla costituzione di un fondo regionale aperto. “Ma è giunto il momento – conclude – di prendere in considerazione anche l’ipotesi di recintare i parchi”.

6 commenti su “Lupi di dimensioni abnormi uccidono quattro pecore”

  1. Cari Biologi, è inutile che vi affanniate a fare ricerche genetiche, wolfhowling, snowtracking e quant’altro; da oggi basta chiamare questo signore che, dopo aver dato un’occhiata ad un’impronta ti sa dire quanto pesano, da dove vengono, e se hanno un caratteraccio o sono dei bonaccioni!
    Mi auguro solo che siano considerazioni non condivise dal veterinario chiamato sul posto, altrimenti la nostra categoria ne esce in modo indecoroso.
    Finchè gli allevatori faranno tutelare i loro legittimi interessi da personaggi di questo tipo sarà difficile arrivare ad un compromesso ragionevole.
    Caro Antonio, ho paura che serviranno parecchie Feste del lupo per non leggere più articoli di questo tipo!!
    Un saluto a tutti!
    Alberto.
    P.S.; la chicca finale di “recintare i parchi” (!!!) è decisamente esilarante!

  2. Roberto Tirabasso

    Salve purtroppo è una storia che si sente spesso, (lupi abnormi extracomunitari).
    volevo segnalare a tal proposito un bel libro che mi è venuto subito in mente dopo avere letto l articolo , che parte proprio con una storia del genere , ambientato nel mercantour francia , è un giallo con i lupi
    dal titolo (l uomo a rovescio) autore fred vargas. non perdetelo smentisce tutte queste false dicerie sul lupo, ed è molto avvincente e chi va per lupi si riconoscerà molto nel protagonista “un affamato di lupi”

  3. Nel nord America, dove davvero esistono lupi nettamente più grandi di quelli europei (che invece sono tutti, all’incirca, della stessa taglia salvo che sui colli di Ascoli Piceno non esista un tipo gigante ancora sconosciuto agli etologi!), qualche anno fa è successo che alcuni militari di una base aerea sperduta tra i boschi giuravano di aver visto dei grandissimi lupi, trascinare via ed uccidere un loro commilitone…
    Si scoprì dopo qualche tempo, mentre la notizia dei lupi famelici aveva già fatto il giro del mondo, che lo sfortunato soldato era già morto per ibernazione e… chi se l’era mangiato era stato un grosso e bonaccione orso che da tempo bazzicava nei dintorni.
    Questo per dire, che senza dubbio, dalla notte dei tempi i lupi nostrani, si cibano – anche – di pecore, ma che bisogna pure fare molta attenzione alle notizie che si leggono (e si scrivono)sui giornali, soprattutto quando queste sono diffuse al fine di allarmare inutilmente le persone o per screditare gli enti preposti al rimborso dei danni causati dalla fauna selvatica. Per il connubio, presenza del lupo – maggiori frane, devo dire che è la prima volta che lo leggo! Probabilmente si potrebbe correggere con “ignoranza sul lupo – maggiori frane giornalistiche!”.

  4. Con molto ritardo ma arriva finalmente la smentita:

    Gli esperti: «È il lupo ad avere paura dell’uomo». E c’è anche chi lo adotta

    Un incontro alla Rinascita ha voluto fare chiarezza dopo l’uccisione delle pecore a Colle San Marco di qualche settimana fa

    ASCOLI PICENO – Attenti al lupo cantava Lucio Dalla nel 1992. Ma secondo esperti e tecnici l’uomo non correrebbe alcun pericolo. È quanto emerso da una riunione che si è svolta ieri mattina, martedì 21 dicembre, alla libreria Rinascita di Ascoli a cui hanno preso parte biologi, veterinari, rappresentanti del Corpo forestale, della Coldiretti e di Legambiente.

    Il summit aveva come obiettivo quello di fare chiarezza circa la presenza di lupi sul colle San Marco in seguito all’uccisione di alcune pecore che aveva provocato un botta e risposta a base di polemiche tra Marco Ranelli, imprenditore ascolano presidente di zona della Coldiretti provinciale e Enzo Angelini di Legambiente. Il primo aveva parlato di “lupi di dimensioni abnormi” e di varietà probabilmente provenienti dall’Est Europa. Angelini invece aveva ribattuto affermando che si trattava della specie della comune razza di “lupi appenninici”.

    Nel corso dell’incontro è stato dato risalto al fatto che il lupo non rappresenta un pericolo per l’uomo tanto che in Italia la loro presenza può essere stimata in un numero compreso tra 800 e 1200 esemplari. «Il lupo cerca di rimanere più alla larga possibile dall’uomo. – a parlare è il biologo Alessandro Rossetti – Per quanto riguarda i Monti Sibillini ci sono solo quattro o cinque branchi e tutti della razza appenninica. I cani randagi invece sarebbero superiori al milione».

    Appurato questo dato l’attenzione si è spostata dunque agli allevatori che vedono mettere in pericolo il loro bestiame. L’ideale sarebbe proteggerli con l’elettrificazione delle reti, la qualità e la presenza dei cani pastore e altri accorgimenti vari secondo Daria Di Sabatino dell’istituto zooprofilattico di Teramo.

    Paure immotivate quindi. Addirittura c’è chi un lupo se lo tiene dentro casa a stretto contatto con i propri figli. È il caso della signora Elvira di Comunanza che ha adottato Lucky, questo il nome dell’animale di cinque anni e che sostiene essere incredibilmente affettuoso con il piccolo Elia di 8 anni.

    Fonte
    http://ilsegnale.net/?p=3848

  5. Certo nella prima notizia le falsità sono evidenti e vengono smentite in gran parte con questo secondo intervento ma sinceramente concludere che persino i bambini possono convivere con i lupi mi pare altrettanto esagerato: Possibile che nessuno riesce a parlare del vero lupo? Noto che spesso i giornalisti esagerano nei due estremi questo non è un bene il lupo non è ne buono ne cattivo, è un carnivoro necessario per un ambiente migliore solo se lasciato libero nel suo habitat naturale.

    Il lupo è veramente un animale affascinate e bello, ma non certo da tenere in casa ne tantomeno con bambini. Sappiamo tutti quante aggressioni accadono ogni anno da parte di cani domestici in particolare con i bambini … credo che questa ultima notizia di affettuosità e di casa comune tra lupi e bambini sia altrettanto scorretta.
    Penso che ogni persona di buon senso non dovrebbe mai lasciare i propri figli con cani domestici figuriamoci con i lupi se pur addomesticati. In ogni caso per qualsaisi tipo di convivenza è assolutamente necessario conoscere bene cani e lupi, da questo punto di vista un corso che rilasci un riconoscimento lo ritengo utile.

  6. NON ESISTE ALCUNA EMERGENZA LUPI

    A smentire le preoccupazioni seguite all’aggressione di pecore a San Marco sono intervenuti per legambiente veterinari, esperti e biologi che concordano “Pochi rischi per l’uomo”.
    E per l’agricoltura il vero dramma sono i cinghiali.

    di: Domenico Cantalamessa 21 dicembre 2010 @20:16ASCOLI PICENO – Nessuna emergenza lupi. L’aggressione a San Marco ai danni di alcune pecore non rappresenta niente di nuovo o di particolare perchè causata da una normale specie di lupo appennninico.

    Legambiente, attraverso esperti, veterinari e biologi, ha voluto ribadire quanto già affermato nei giorni scorsi per smentire l’ipotesi avanzata dall’allevatore proprietario degli ovini, che aveva parlato di una razza di lupi abnormi (forse importata dall’est), viste le dimensioni dei denti e delle impronte lasciate sulle prede e sul terreno. Ma c’è di più: il lupo non è pericoloso per l’uomo. O meglio lo è meno di molti altri animali che popolano boschi e foreste, primi su tutti i cani rinselvatichiti che, tra l’altro, sono presenti in numero molto maggiore.

    “Il lupo teme l’uomo e tende a starne alla larga il più possibile, – afferma il biologo Alessandro Rossetti – Negli ultimi anni c’è stato un leggero aumento nella diffusione perchè nel 1971 sono diventati specie protetta. I cani rinselvatichiti rappresentano, invece, una popolazione molto ampia. In Italia si stimano 1.200 lupi mentre il numero dei cani supera il milione. Nei Sibillini sono presenti quattro o cinque branchi di lupi (è più opportuno parlare di nuclei familiari visto che di solito si tratta di gruppi di non più di cinque, sei), che quindi in totale non superano le 30 unità”.

    Per quello che riguarda l’eventuale immissione di razze diverse da quella appenninica, Rossetti non ha dubbi perchè “su 50 mila campioni di Dna prelevati da residui organici soltanto in un caso non si è trattato di Lupo Appenninico”.

    Tornando al caso di San Marco, per Enzo Angelini, scrittore e giornalista esperto in materia, quella dell’allevatore Marco Ranelli è stata una dichiarazione “al limite del procurato allarme”.

    L’obiettivo potrebbe essere stato il rimborso da chiedere alla Regione, che la legge valuta nella misura del 50% del valore del capo per quello che riguarda cavalli e bovini e del 60% per quanto concerne gli ovini.

    Interviene anche il veterinario dell’istituto zooprofilattico di Teramo Daria Di Sabatino: “Gli indennizzi vengono stabiliti sulla base dei nostri referti. Si devono comunque tenere in considerazione le misure di sicurezza adottate, come l’elettrificazione delle reti, la qualità e la presenza dei cani pastore e altri accorgimenti vari”. Per Filippo Tempera dell’Asur “la Regione stanzia fondi per i rimborsi per circa 300 mila euro all’anno. Nell’ultimo anno si sono registrate 18 aggressioni di lupi e 49 di cani”.

    In realtà non esistono differenze nei rimborsi tra aggressioni da cane o da lupo. “Va anche detto – spiega Giulio Federici della Coldiretti a parziale giustificazione delle dichiarazioni di Ranelli – che un’ aggressione al proprio bestiame causa un contraccolpo psicologico non indifferente, simile a quello che crea un ladro entrando in casa, e questo può aver indotto l’allevatore a parlare lupi abnormi”.

    Per quello che riguarda la grandezza delle tracce lasciate al momento dell’aggressione, invece, la dimensione del foro visibile su un’ovino azzannato (foto), potrebbe essere stata aumentata dal movimento della preda nel tentativo di sottrarsi alla cattura. Le spiegazioni insomma, fanno capire gli esperti, potrebbero essere molte, ma di sicuro non sono quelle avanzate in un primo momento.

    Il problema vero e reale per l’agricoltura – afferma infine l’assessore provinciale Giuseppe Mariani, – è rappresentato dai cinghiali. Questi sono presenti in un numero molto maggiore rispetto a quello che può sopportare il nostro territorio e creano danni enormi. Sono necessari interventi importanti a tutela degli agricoltori”.

    Per quello che riguarda l’eventuale immissione di razze diverse da quella appenninica, Rossetti non ha dubbi perchè “su 50 mila campioni di Dna prelevati da residui organici soltanto in un caso non si è trattato di Lupo Appenninico”.

    Tornando al caso di San Marco, per Enzo Angelini, scrittore e giornalista esperto in materia, quella dell’allevatore Marco Ranelli è stata una dichiarazione “al limite del procurato allarme”.

    L’obiettivo potrebbe essere stato il rimborso da chiedere alla Regione, che la legge valuta nella misura del 50% del valore del capo per quello che riguarda cavalli e bovini e del 60% per quanto concerne gli ovini.

    Interviene anche il veterinario dell’istituto zooprofilattico di Teramo Daria Di Sabatino: “Gli indennizzi vengono stabiliti sulla base dei nostri referti. Si devono comunque tenere in considerazione le misure di sicurezza adottate, come l’elettrificazione delle reti, la qualità e la presenza dei cani pastore e altri accorgimenti vari”. Per Filippo Tempera dell’Asur “la Regione stanzia fondi per i rimborsi per circa 300 mila euro all’anno. Nell’ultimo anno si sono registrate 18 aggressioni di lupi e 49 di cani”.

    In realtà non esistono differenze nei rimborsi tra aggressioni da cane o da lupo. “Va anche detto – spiega Giulio Federici della Coldiretti a parziale giustificazione delle dichiarazioni di Ranelli – che un’ aggressione al proprio bestiame causa un contraccolpo psicologico non indifferente, simile a quello che crea un ladro entrando in casa, e questo può aver indotto l’allevatore a parlare lupi abnormi”.

    Per quello che riguarda la grandezza delle tracce lasciate al momento dell’aggressione, invece, la dimensione del foro visibile su un’ovino azzannato (foto), potrebbe essere stata aumentata dal movimento della preda nel tentativo di sottrarsi alla cattura. Le spiegazioni insomma, fanno capire gli esperti, potrebbero essere molte, ma di sicuro non sono quelle avanzate in un primo momento.

    Il problema vero e reale per l’agricoltura – afferma infine l’assessore provinciale Giuseppe Mariani, – è rappresentato dai cinghiali. Questi sono presenti in un numero molto maggiore rispetto a quello che può sopportare il nostro territorio e creano danni enormi. Sono necessari interventi importanti a tutela degli agricoltori”.

    Fonte:
    http://www.rivieraoggi.it/2010/12/21/109608/“non-esiste-alcuna-emergenza-lupi”/

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