Il lupo torna a essere una preda

Fonte: Corriere della sera del 27 luglio 2011  http://www.corriere.it/animali/11_luglio_27/mainardi-lupo-preda-001_75dc8246-b863-11e0-a142-4db684210d8b.shtml

Il lupo torna a essere una preda (ma quei fucili sono un errore)
Voto alla Camera: caccia possibile se attaccano bestiame
L’etologo: bisogna fare programmi su lunghi periodi e imparare a conviverci

Di DANILO MAINARDI

La commissione Agricoltura della Camera ha approvato martedì all’unanimità un documento ove si consentirebbe, se diventasse legge, l’abbattimento dei lupi «per prevenire danni importanti al bestiame».

Tutti d’accordo: un documento bipartisan. Tutti d’accordo, però, all’interno della commissione, ma non tra gli studiosi di ecologia e tra i difensori, questi in un’ottica animalista, dello splendido e prezioso predatore. Si sono subito fatti sentire, e assai criticamente, il presidente della Lipu Fulvio Mamone Capria («È scioccante leggere che il principale problema per l’agricoltura italiana sia il lupo, definito un “terrore”, con una criminalizzazione inaccettabile») e il consigliere nazionale dell’Enpa, l’ente nazionale per la protezione degli animali, Annamaria Procacci («I danneggiamenti imputabili ai lupi valgono appena cinquantamila euro in tutto il territorio nazionale»). Altre voci dissenzienti certo non mancheranno nei prossimi giorni.

Occorre dire, a commento, che il documento ancora una volta sottolinea la non volontà, oppure forse l’incapacità politica, di affrontare un problema della natura mirando a far le cose come si dovrebbe, cioè secondo scienza e ragionevolezza. Prevalgono invece la faciloneria, l’approssimazione e, purtroppo, l’idea illusoria che, usando metodi drastici e rifacendosi a un malinteso buonsenso, si possa ottenere qualcosa di efficace in ambito naturalistico.

Non è così. Basta vedere come, con la «saggezza del buon senso», sono stati ridotti i nostri pescosissimi mari, o le nostre città, dove ci si continua a illudere che, se i colombi sono troppi, basti eliminarne un po’. Il fatto è che per gestire gli equilibri naturali occorre pensarci per tempo, un po’ di sacrifici e, fondamentale, che le azioni intraprese vengano fatte proprie dalle popolazioni umane coinvolte. Il che prevede un’opera a lungo termine di divulgazione, di coinvolgimento e di accettazione delle soluzioni da parte della collettività. Ciò, ovviamente, in cambio di qualcosa di palesemente utile. Così come è quando si mira al raggiungimento degli equilibri naturali.

Ed ora è la volta del lupo, che da decenni sta ricolonizzando il nostro Paese, che da tempo soffre per l’innaturale proliferare di cinghiali, cervi e caprioli incautamente liberati a scopo venatorio e sfuggiti ad ogni controllo. Il lupo, si potrebbe dire, sarebbe, con altri grandi predatori come la lince e l’aquila, un poco anche l’orso, l’unica soluzione.

 Ma il lupo, in un ambiente antropizzato come il nostro, va gestito bene e per tempo. La gente deve imparare a convivere con lui e lui, il lupo, animale intelligentissimo, pur esso deve imparare. Ciò può avvenire ed esistono esempi che lo dimostrano, a cominciare dai lupi di Yellowstone e dagli allevatori che pascolano il loro bestiame ai margini di questo antico luogo naturale. Occorrono però (siamo sempre lì) buone leggi. Per esempio: se i lupi fanno un po’ di danni lo Stato deve provvedere senza troppa burocrazia e in fretta a rimborsare i danneggiati, che in genere sono persone semplici e che non hanno tempo da perdere. Solo così si può ottenere qualcosa, che però non sarebbe qualcosa da poco. Sarebbe l’equilibrio della nostra natura. Senza il lupo non si può.

2 commenti su “Il lupo torna a essere una preda”

  1. sono d’accordo! speriamo che le cose si velocizzino. perchè con o senza approvazione di questo documento, di lupi ne ammazzano tanti!
    p.s. andare a manifestare davanti alla camera con un corteo?

  2. Ambiente, documento Camera su abbattimento lupi

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    Legambiente: “Inaccettabile. Il provvedimento non può diventare legge. Caso Piemonte paradigmatico di clima velenoso”.

    Legambiente: “Inaccettabile. Il provvedimento non può diventare legge. Caso Piemonte paradigmatico di clima velenoso”.

    “Il lupo non rapppresenta un problema, perché esistono modalità di gestione che possono essere rimodulate sulle caratteristiche territoriali di ciascun’area interessata dalla sua presenza, come ben dimostra il progetto europeo LIFE Wolfnet”. Così Antonio Nicoletti, responsabile nazionale Aree Protette e Biodiversità di Legambiente, in merito al documento approvato ieri all’unanimità dalla Commissione agricoltura della Camera che, se convertito in legge, consentirà il ritorno agli abbattimenti di una specie prioritaria come il lupo nel nostro Paese.

    “Sarebbe più opportuno – prosegue Nicoletti – concentrare gli sforzi nello sviluppo e nell’implementazione di modelli standard per la protezione e gestione della specie, al fine di migliorarne lo stato di conservazione. Molto spesso i fenomeni di uccisone dei capi di bestiame non sono direttamente imputabili al lupo. Si stanno cavalcando ataviche paure, che alimentandosi di scarsa conoscenza scientifica e di una non corretta informazione sull’ecologia del lupo, rischiano di acuire i conflitti tra questa importante specie protetta e la zootecnia. Occorre, invece, diffondere meglio la sua conoscenza per rendere le popolazioni consapevoli della necessità di proteggerlo e di imparare una convivenza sostenibile”.

    La decisione dalla Commissione agricoltura della Camera segue di pochi giorni le dichiarazioni dell’assessore all’agricoltura della Regione Piemonte che aveva parlato di “stragi di capre e pecore”, definendole una “problematica oggettiva”. “Ci stupisce – aggiunge il responsabile Aree protette e biodiversità di Legambiente – che la Regione Piemonte abbia dimenticato l’ottimo lavoro svolto da università e istituti di ricerca sul territorio piemontese in merito alle criticità e alle prospettive del rapporto tra le attività antropiche e il lupo, i cui comportamenti predatori sono essenziali per il mantenimento degli equilibri ecologici degli ambienti nei quali vive”.

    “Il documento licenziato dalla Commissione agricoltura della Camera – conclude Nicoletti – non tiene conto di queste conoscenze di base, né del fatto che il lupo, per le sue caratteristiche intrinseche, non può aumentare oltre un certo numero in un determinato areale di distribuzione. Tutte le paure inerenti una presunta invasione di questa specie sono, dunque, non solo inesatte, ma anche fuorvianti”.

    Roma, 27 luglio 2011 Comunicato stampa

    L’ufficio stampa 06 86268399 – 360 – 353

    Pubblicato il27 luglio 2011

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