Sguardi che non si dimenticano

In questo marzo così strano ci sono capitate delle nuove e meravigliose avventure. Decidiamo di parlarvene oggi con la speranza di condividere due minuti di emozioni.
Di sicuro era la telefonata che non ci saremmo mai aspettati, anche se dall’anno scorso in fondo in fondo un po’ ci pensavamo alla possibilità di essere chiamati per lui: un lupo. Finché non siamo arrivati sul posto non potevamo essere certi, ci ripetevano che probabilmente si trattava di un cane, invece era proprio un lupo.
Un lupo maschio adulto con evidenti ferite infette, magrissimo e sofferente.

L’emozione era tanta e nonostante cercavamo di lavorare con la massima professionalità, le mani non smettevano di tremare. Non era affatto paura, era emozione, è difficile da spiegare ma per chi come i nostri colleghi Fabio Quinto, Erika Ottone e Remo Bartolomei studia e monitora la popolazione di lupi era inevitabile restare letteralmente incantati davanti a lui. Pensate che ad Erika tremavano le mani e nel tentativo di avvicinarsi per sedarlo, le era caduta addirittura la siringa dalla cerbottana!

Comprensibile se pensate che Erika non solo aveva davanti uno degli animali per cui aveva deciso di diventare veterinario, ma aveva la responsabilità di sedarlo con tutti i rischi anestesiologici del caso. Per fortuna è andato tutto bene, il lupo è stato sedato e trasportato presso l’ambulatorio dei servizi veterinari dell’ASM.

Purtroppo le sue condizioni cliniche erano disperate, un lupo adulto maschio, cachettico con lesioni purulente e frattura esposta del ginocchio. Abbiamo deciso di portarlo al CRAS di Policoro per un tentativo disperato di salvargli la vita.

Sono state fatte tutte le terapie del caso e nel pomeriggio iniziava a svegliarsi. Purtroppo durante la notte le sue condizioni cliniche sono iniziate a peggiorare e all’alba è stato dichiarato il suo decesso per arresto cardiocircolatorio. Sapevamo che era un tentativo disperato ma abbiamo voluto provarci.

Questo lupo non ha nome perché nonostante la speranza sapevamo che non potevamo fare miracoli. In cuor nostro un nome per lui c’era… il nome di un’amica che ci ha lasciati troppo presto, Alessandra. Erika, Fabio e Francesca Catucci avevano sicuramente pensato a quella sera del 2018 quando alla Festa del lupo, per la prima volta Alessandra sentì l’ululato di un branco di lupi, non smetteva di sorridere!

Fabio Quinto, Gabriella Rizzardini, Erika Ottone, Francesca Catucci, Alessandra Sallustio. Escursione in occasione della Festa del lupo novembre 2018

Nessun nome è stato pronunciato per quel lupo, forse è questo l’unico vero regalo che potevamo fargli. È “corso” via libero senza che alcun uomo lo legasse ad un nome, ad una parola umana, è stato lasciato libero di essere un lupo selvatico, un odore, un ululato.

Un ricordo di Alessandra Sallustio, il suo sorriso, le sue parole nell’intervista di Salvatore Di Stefano alla festa del lupo 2018 (dal minuto 5.35): https://www.youtube.com/watch?v=Au70CHiFEFo&t=18s

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