Lupi e falsi allarmi

Fonte: Parco Nazionale dell’Alta Murgia http://www.parcoaltamurgia.it del 27 luglio 2010

In merito al rischio lupi nella Murgia apparso su La Gazzetta del Mezzogiorno, ed. Bari – pagina Murgia Barese, del 20 luglio 2010, è necessario fornire alcune precisazioni.

In primo luogo, il titolo sembra concepito per destare allarme in modo del tutto ingiustificato, quasi tirato fuori da una fiaba stile Cappuccetto Rosso che tanto danno ha determinato nei rapporti con una delle specie selvatiche più importanti e nobili.
Al di là di questo, prendendo spunto da un comunicato ufficiale dell’Ente lanciato un paio di giorni fa sul progetto di monitoraggio dei mammiferi predatori nel Parco, fornisce informazioni corrette ma che soggiacciono alla dura legge dello sbatti il mostro in prima pagina. Ma si sa, l’ancestrale fobia del predatore competitore dell’uomo cacciatore/raccoglitore e poi allevatore, è sopita ma riemerge sempre anche inconsapevolmente.
Allora, diciamo così: che nel territorio del Parco Nazionale dell’Alta Murgia si siano susseguite segnalazioni della presenza di lupi, non v’è dubbio. Che nessuno sia stato finora in grado di portare prove certe ed inconfutabili della loro presenza, è fatto altrettanto certo.
Il ritrovamento di una carcassa sul ciglio di una strada provinciale non è di per sé una prova provata che nell’Alta Murgia vi siano nuclei stabili di questo splendido animale. L’esemplare poteva essere lì di passaggio perché allontanato dal branco, oppure perché portato apposta lì da chissà dove per alimentare timori.
L’Ente è chiamato dalla legge a valutare con molta accuratezza ed a liquidare le (poche) richieste di indennizzo da parte degli allevatori che denunciano la perdita di capi di bestiame a causa del lupo. Ma è anche chiamato a monitorare il territorio e l’eventuale presenza di specie selvatiche cercando, con metodi scientifici, le risposte ai quesiti che nascono dall’esperienza quotidiana. Tutto il resto è illazione se non suffragato dai dati di ricerca.
Nessuna allerta, quindi, nell’Alta Murgia ma la consapevolezza che questo splendido territorio ora protetto può avere spazio per tutti, uomini ed animali selvatici, che hanno convissuto per secoli, certo non senza cruenti conflitti che hanno determinato, in taluni periodi più o meno lunghi, l’affermazione della follia sterminatrice. Questa ora è bandita, è contro la legge e l’Ente Parco userà tutti i suoi poteri contro chiunque si ponga in questa situazione.
E’ invece necessario, con la collaborazione della Regione Puglia e della Provincia di Bari, se veramente per tali Amministrazioni la tutela ambientale non è soltanto esercizio di spirito e di lingua, aiutare gli allevatori a riappropriarsi dell’antica saggezza, ormai abbandonata, nella difesa degli armenti soprattutto con cani da pastore (si pensi in particolare al mastino abruzzese) che hanno sempre fatto lodevolmente ed efficacemente il loro lavoro. Tutto questo in modo molto semplice, elementare, quasi ovvio, anche nei tempi dell’intelligenza artificiale e della globalizzazione.
Se non ci credete, chiedetelo ai lupi!

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