Ululiamo insieme per una causa comune
Nato da un’idea di Brunella Pernigotti, membro di ItalianWildWolf, il Manifesto per i Diritti del Lupo è stato presentato e sottoscritto il 27 settembre 2025, durante la Festa del Lupo, dove scienziati, biologi, naturalisti e cittadini comuni si sono uniti per dare voce a un messaggio potente e urgente: la Terra e tutte le sue manifestazioni – animali, vegetali e minerali – hanno un diritto naturale e giuridico di esistere.
Da questa consapevolezza nasce un documento che non parla solo del lupo, ma di tutti noi, del nostro rapporto con la Natura e del futuro che stiamo costruendo (o distruggendo).
Cosa dice il Manifesto?
Il Manifesto è una dichiarazione di rispetto, responsabilità e conoscenza.
Parla di una scienza libera, fatta di domande, ricerca e collaborazione, non di dogmi o interessi. Invita a riscoprire la devozione verso la Terra, a riconoscerla come madre e casa comune.
E individua nel lupo il suo simbolo totemico: la rappresentazione della natura selvaggia, libera e forte.
Come predatore all’apice della catena trofica, il lupo è l’indicatore di un ambiente in salute, uno “strumento di equilibrio” che la Natura stessa utilizza per rigenerarsi. Difendere il lupo significa dunque difendere la vita stessa del pianeta.
Perché c’è bisogno di un Manifesto?
Viviamo in un’epoca di disinformazione ambientale.
Troppo spesso le notizie sul clima, sulla biodiversità o sulla fauna selvatica vengono distorte da interessi economici e politici.
Molti si sentono impotenti di fronte alla crisi ecologica, rassegnati a pensare che sia “troppo grande” per essere cambiata.
Il Manifesto nasce per rompere questa rassegnazione, per trasformare la conoscenza in azione e per restituire fiducia a chi ama la Terra.
Oggi, più che mai, serve una voce collettiva che si opponga al declassamento della protezione speciale del lupo, una scelta dettata dalle lobby della caccia e delle armi, non da dati scientifici.
Tutti gli studiosi indipendenti lo dicono chiaramente: non è giusto, non è sostenibile, non è etico.
Cosa speriamo di ottenere?
Con la firma e la diffusione del Manifesto, vogliamo generare un risveglio collettivo.
Un nuovo modo di guardare al mondo naturale, fondato sulla consapevolezza, sulla responsabilità e sull’empatia.
Essere “seminatori di conoscenza” – come recita il Manifesto – significa divulgare informazioni vere, raccontare storie di convivenza e di rispetto, trasformando ogni parola in un seme di cambiamento.
Cosa possiamo fare con le firme raccolte?
Le firme non sono solo nomi su un foglio: sono voci, energie e impegni reali che possono trasformarsi in strumenti concreti di cambiamento.
Ogni firma rappresenta un atto di consapevolezza e, insieme, costituisce una forza collettiva capace di influenzare decisioni, sostenere progetti e alimentare la conoscenza.
Le firme del Manifesto non sono solo simboliche: possono essere il primo passo verso una forma di “citizen science”, dove cittadini e ricercatori collaborano per raccogliere dati, osservare e tutelare l’ambiente.
Esempi di utilizzo concreto
• In progetti di conservazione del lupo e di altre specie, le firme possono dimostrare che la comunità locale vuole proteggere il proprio patrimonio naturale.
• In iniziative educative e di monitoraggio, come la raccolta di dati su habitat o comportamenti animali, le adesioni possono servire a organizzare reti di cittadini-osservatori.
• In campagne di sensibilizzazione, il numero di firme può essere la chiave per coinvolgere scuole, enti locali e parchi naturali in attività di formazione e divulgazione.
Dalla firma all’azione
Ogni firma raccolta per il Manifesto per i Diritti del Lupo può diventare un seme di cambiamento reale:
un seme che genera conoscenza, collaborazione e impegno civile.
Perché il futuro della Terra non appartiene a chi guarda, ma a chi sceglie di agire.
“Il futuro della Terra è nelle mani di chi ha la speranza e la volontà di agire.” (cit. Jane Goodall)