Resoconto della Festa del Lupo 2025 – C’era una volta il Lupo

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La Festa del Lupo 2025, giunta alla sua ottava edizione e organizzata da Italianwildwolf.it, si conferma un appuntamento fondamentale per promuovere conoscenza, dialogo e cultura della convivenza con il lupo. Un evento costruito su basi scientifiche, testimonianze sul campo e un forte impegno civile, capace di riunire studiosi, ricercatori, professionisti, appassionati e semplici curiosi attorno a un grande tema: la coesistenza possibile e necessaria tra esseri umani e lupi.

Abbiamo voluto dare voce ai partecipanti raccogliendo le testimonianze di alcuni amici che hanno vissuto in prima persona la Festa del Lupo.
Iniziamo con le parole di Cristina Panzeri.
“La Festa del lupo è un’importante occasione per affrontare con trasparenza il tema della convivenza e per valorizzarne la sua presenza nel nostro territorio, offrendo al pubblico gli strumenti necessari per comprendere davvero il lupo, superando luoghi comuni e false rappresentazioni che lo dipingono ingiustamente come una minaccia.
Ho abbracciato la causa della conservazione dei grandi carnivori italiani in un momento doloroso della mia vita. Come spesso accade, nulla accade per caso.
La curiosità e i dubbi che mi hanno spinto inizialmente ad approcciarmi al tema sono diventati approfondimento e studio, che sono diventati conoscenza e consapevolezza. Lungo questo percorso ho incontrato persone che, subito, ho riconosciuto come affini al mio sentire: persone che fanno appello a informazione e scienza contro strumentalizzazione e pregiudizio; che promuovono ragionevolezza e buone pratiche, contro odio e violenza; che spendono tempo ed energie, perché lupi e orsi sono faticosamente tornati per restare. Da loro ho imparato e imparo costantemente; con loro mi confronto e affronto le ombre che si addensano in questi tempi sempre più cupi per l’ambiente. L’incontro con Antonio Iannibelli resta uno dei momenti per me più significativi: il suo impegno e le sue parole hanno la capacità di diradare le ombre e di dare nuovo impulso alle azioni. Perché, come lui spesso ripete: “Chi è dalla parte del lupo è dalla parte della ragione”. 

Partecipare alla Festa del Lupo è stata l’occasione di condensare in una giornata tutto questo: grazie ai relatori ho acquisito conoscenza, esito degli studi più recenti; ho allacciato nuovi rapporti e credo fermamente che dialogare e fare rete possa dare forte impulso alla diffusione dell’informazione corretta e della cultura della coesistenza; ho vissuto la combinazione di pacatezza e fermezza che caratterizza l’impegno disinteressato e sincero.

La considerazione che più mi ha colpita, tuttavia, è emersa durante la proiezione del film di Rachel Tilseth “PEOPLE & WOLVES”: un messaggio di coesistenza dal Wisconsin e la speranza che in quella regione, come ovunque nel mondo, si colmi il divario tra gli avversari e i sostenitori dei lupi. Le argomentazioni di questi ultimi scorrono lungo il film, illustrando i vari aspetti del ruolo ecologico ed insostituibile del lupo in Natura, a favore anche dell’essere umano. E ci ricordano che il lupo ci ha donato il nostro amico domestico, il cane. Una visione scientifica, del tutto appropriata, ma antropocentrica: salvare il lupo in ragione della sua utilità. Tuttavia, è uno dei protagonisti del film a lanciare un messaggio tanto naturale, quanto potente:  il diritto di esistere del lupo prescinde da ogni considerazione che gli addossi la responsabilità di guadagnarsi questo diritto. “C’era una volta il lupo…” è il titolo della Festa 2025: noi scriveremo un altro finale. 

Sabato 27 settembre si è tenuta la prima giornata: riporto alcuni spunti dei relatori intervenuti.

– Davide Daniza Celli: C’era una volta il Lupo
Dati predazioni su bestiame Emilia-Romagna: 50 capi, contro 6 milioni di polli, 25.000 bovini e 31.000 suini morti prima di essere macellati. Dati aggressioni su esseri umani Emilia-Romagna: zero contro migliaia inferte da cani.

– Elisabetta Cilli: Lupo e uomo in Appennino – Una storia millenaria di incontri, convivenza e interazioni
Interazione lupo-uomo, coevoluzione: la prima testimonianza di Canis lupus in Europa data 400.000 anni fa (Ponte Galeria – RM). Paleogenomica: studi aDNA (DNA antico) su reperto Cava a Filo (BO) risalente a 25.000 anni fa, presenta una linea genetica condivisa con circa 100 cani moderni. Cane, la più antica forma di domesticazione: FIDO (FollowIng Dog Domestication Origin) è lo studio che la National Geographic Society ha avviato sulle dinamiche di questo processo dal tardo Pleistocene in Nord Italia. Criticità: limitata variabilità genetica del Canis lupus italicus.

– Giovanni Di Lorenzo: Il Lupo siciliano  
La Sicilia porta il silenzio come monito: l’estinzione del Canis lupus cristaldii, perdita naturale e ferita culturale. Non un ricordo, quanto un avvertimento: la popolazione di daini in Sicilia è fuori controllo e le campagne di abbattimenti non stanno sortendo alcun effetto. Una voce spenta da una caccia dissennata e incentivata: la figura del luparo.

– Davide Palumbo: Flessibilità e adattabilità – La “nuova” etologia del Lupo
Evoluzione del fototrappolaggio: studio da remoto in assenza di disturbi mostra la vera etologia del lupo. Specie sotto pressione (bracconaggio, abbattimenti): forte spinta riproduttiva, oltre la coppia dominante. Flessibilità e adattabilità: scelta di areali più antropici (caseifici in pianura) e nuove prede (nutrie). Il caso del lupo tibetano: l’avvicinamento al cibo antropico è un progetto sistematico, non di singoli esemplari confidenti.

– Gaia Angelini: Il declassamento del Lupo
Green Impact e altre associazioni (oltre 17 adesioni a supporto): ricorso alla Corte Europea di Giustizia avverso la proposta di declassamento alla Convenzione di Berna. Spinta delle comunità rurali sulla decisione politica: no dati scientifici e stato di conservazione favorevole non provato. Solo lo 0,07% del bestiame è oggetto di predazioni (dato 2024). Il declassamento non è stato ancora ratificato in Italia; gli abbattimenti nelle Provincie Autonome di Bolzano e Trento “in deroga” non hanno rispettato le condizioni. Il Canis lupus italicus, specie endemica che ha avuto il merito di ripopolare l’Europa, è un bene collettivo che necessita di tutela rigorosa, oltre che di una reale prevenzione del bracconaggio.

– Ettore Randi: Le basi scientifiche contro il declassamento del Lupo – Il NO della scienza
I lupi in Alto Adige e Trentino sono stati uccisi in deroga; con il declassamento le uccisioni avverranno in base a quote.
Popolazione di lupi in incremento per la ricomparsa delle foreste e la maggiore disponibilità di ungulati, ma i dati non attestano uno stato favorevole di conservazione (popolazioni, areali e habitat stabili o in aumento), anzi: negli ultimi 10 anni alcune popolazioni sono andate estinte. Misurazioni non sistematiche nei vari paesi UE; in Appennino e in Grecia la presenza è indefinita. In Europa vi sono 9 popolazioni diverse: solo 3 non destano preoccupazioni (ma quella baltica potrebbe tornare ad essere minacciata dalla costruzione di barriere sui confini). Incidenza importante del prelievo illegale costituito dal bracconaggio. Ibridi: visti tendenzialmente con sfavore, potrebbero spingere all’adozione di una quota ulteriore di rimozione. Gli scambi migratori potrebbero portare ad una unica specie di Canis lupus europaeus: dal punto di vista genetico è un auspicio. Formalizzare l’obbligo di protezione preventiva dei pascoli.

– Andrea Mazzatenta: Parliamo coi Lupi – La fisiologia della comunicazione
L’ibrido cane-lupo non esiste, trattandosi della stessa specie. La Natura è variabilità: gli abbattimenti sono un rischio. Il conflitto antropico essere umano-lupo: le campagne di allarme e la psicosi hanno la meglio sul suo ruolo indispensabile in Natura e sulla sua biologia. L’essere umano è responsabile di danni ambientali: la reintroduzione dei cinghiali e le campagne di prelievi dissennate hanno incentivato ulteriori nascite. La riproduzione della fauna selvatica non è più regolata dall’ambiente, bensì dalla pressione sulla specie (High culling pressure stratecy). I segnali chimici consentono ai lupi di individuare le prede più deboli perché malate. Sui segnali chimici, collari a feromoni in particolare, si sta lavorando per ridurre il conflitto. Il caso: la lupa di Vasto, resa confidente dall’accesso al cibo antropico.

– Vincenzo Perin: Lupi Contrabbandieri
Lupi transfrontalieri tra Italia e Svizzera: un argomento che ci riguarda da vicino e che affronteremo prossimamente con una intervista ad hoc. Nel mentre: la regolazione svizzera ha già ucciso lupi transfrontalieri. E’ stata presentata la stima di CaRe dei lupi presenti in Lombardia.

– Lopez Flavia: Il Lupo allo specchio
Lupi transfrontalieri tra Italia e Francia: in questa nazione, il 22% della popolazione di lupi è oggetto di prelievo e da pochi giorni agli allevatori è concesso liberamente il porto d’armi. Esempio di coesistenza possibile e vincente. Il caso: il lupo di Valberg, cucciolo orfano recuperato e rilasciato, scomparso poco dopo. Il lupo è fatto carico di emozioni ed interessi esclusivamente umani: proiezione distopica o utopica. Le paure ataviche sono facilmente manipolabili. I social: rassicurare e informare i tanti che hanno dubbi e idee non chiare, la “zona grigia” che potrebbe schierarsi dalla parte del lupo.

– Luca Giunti: Orme sovrapposte
Quella con il lupo è la più antica relazione essere umano-animale. I lupi ricordano comportamenti umani: la famiglia, la territorialità, la dispersione. Il ritorno del lupo, negli anni ’70 incoraggiato con l’Operazione San Francesco e reso possibile grazie ad habitat migliori, diffusione delle prede, protezione legale e dispersione naturale, oggi è osteggiato. I danni mediatici del sensazionalismo sono quotidiani ed evidenti. Distinzione tra lupo biologico e lupo immaginario.

– Marco Galaverni: Lupo in Italia tra bracconaggio e controllo
Il bracconaggio rappresenta il 35% delle cause antropiche di morte, tra avvelenamenti e spari. Gli investimenti il 49% (sui lupi investiti molto spesso si rintracciano le tracce di avvelenamenti diretti o indiretti). Meno del 10% dei lupi muore per cause naturali. La lotta al bracconaggio è stata depotenziata; quella agli avvelenamenti va implementata. La prevenzione dagli investimenti, anche per la sicurezza umana, vede ancora l’installazione di dissuasori Safe crossing come un’eccezione. Il controllo porta ad una diminuzione del 29% di attacchi al bestiame, contro l’80% di risultati se si adottano misure di prevenzione non letali. Il controllo incrementa del 43% le aggressioni su animali domestici. Ibridazione da turnover: con la morte del partner, in alcune aree il rischio di incrocio con cani è più marcato. Lupi confidenti: in corso il progetto Life Wild Wolf.

– Paola Pino D’Astore: il ritorno del Lupo in Puglia
Dal nucleo originale nella Foresta Umbra, in Gargano, attraverso i Monti Dauni e lungo, rispettivamente, l’Alta Murgia, la Bassa Murgia e le Terre Gravine, seguendo la costa il lupo è arrivato in Salento. Ora, il suo spostamento è verso le aree interne. Le sue prede sono i cinghiali, originati da esemplari sfuggiti agli allevamenti, gli ovicaprini e i cani incustoditi, oltre che i rifiuti. La Regione si è subito attivata a supporto degli allevatori, sia con misure di prevenzione che con gli indennizzi: nel brindisino il presidente dell’associazione allevatori è proprietario di una masseria con animali da cortile e da reddito sorvegliati da 8 mastini abruzzesi e nessun danno è mai stato registrato.

Proiezione del documentario “People & Wolves” girato nel Wisconsin sulle conseguenze di una battuta di caccia autorizzata dopo decenni di rigorosa protezione. Vendetta, novità, desiderio di un ambito trofeo: oltre 300 lupi furono massacrati in tre giorni, tra cui lupe gravide. Seguirono l’indignazione e la protesta della comunità indiana locale. A seguito del massacro fu registrata per la prima volta la diffusione di una pericolosa zoonosi tra gli ungulati: a conferma che mettere a rischio il ruolo ecologico dei lupi è mettere a rischio la salute dell’ecosistema e quella umana. 

Il Manifesto della Festa del Lupo: sottoscritto da relatori e partecipanti, con l’impegno ad essere “seminatori di conoscenza” oltre che esseri “umani”.

Testimonianza di Isabella

C’è un Cuore che batte alla Festa del Lupo, è un cuore selvaggio, libero e connesso. Si sente il richiamo da lontano…ho seguito il suo suono e quando sono arrivata ho trovato un’esplosione di gioia ed entusiasmo. Incontri preziosi che arrivano da strade lontane, conosciute e che hanno un sapore di casa. Il Lupo era lì che si faceva ammirare che ci osservava con i suoi occhi profondi e si raccontava attraverso la passione di uomini e donne che lo hanno incontrato e se ne sono innamorati. Studiosi, ricercatori ed appassionati. Esseri umani che hanno il privilegio di lavorare nelle foreste e camminano le sue tracce. Il Lupo è il Maestro, per chi lo sa vedere, l’ho trovato anche in questo spazio come nei boschi e nel mio Cuore.

Testimonianza di Caterina Blasi

Ho partecipato alla mia prima Festa del Lupo. È stata un’esperienza bellissima, che mi ha dato l’opportunità di rivedere colleghi, amici e di conoscere nuove persone che, come me, lavorano per la conservazione della biodiversità e del Lupo. È stato emozionante anche vedere la grande partecipazione di appassionati e simpatizzanti dell’argomento: persone che, con il loro entusiasmo, alimentano ancora di più la voglia di continuare su questo percorso, senza arrendersi. Nonostante le notizie sempre più preoccupanti che stanno arrivando anche in Italia sulla gestione del lupo, momenti come questi ci ricordano perché vale la pena lottare. Ho avuto la possibilità di ammirare fotografie straordinarie realizzate da fotografi bravissimi, e anche di esporre alcune delle mie. In ognuna delle mie foto c’è amore, passione e un ricordo speciale: attimi che non dimenticherò mai. Sono felice che abbiano potuto contribuire a raccontare la bellezza di questo animale meraviglioso. Eventi come questo sono fondamentali: rappresentano una presa di posizione chiara, un segno di vicinanza e sensibilità verso un tema così importante come la conservazione del lupo e la corretta informazione. Al prossimo evento! Grazie per aver organizzato tutto.

Testimonianza di Flavia Lopez

È stato per me un onore partecipare tra i relatori alla Festa del lupo 2025, un incontro biennale in due giorni con interventi di altissima rilevanza naturalistica e scientifica. Ho parlato del lupo allo specchio, di come il nostro proiettivo in senso distopico e utopico, non agevoli il processo di coesistenza con l’uomo. Si deve disinvestire il lupo di un magma emozionale e vederlo per quello che è nel suo ruolo essenziale di predatore apicale, essenziale alla biodiversità. Ho poi trattato casi allevatori coesistenti tra Francia e Italia e raccontato la storia del lupo di Valberg nel Mercantur, la cui famiglia uccisa in toto dagli abbattimenti non ha potuto insegnarli a cacciare. E di come intervenire nella campagna sui social: si deve cercare di convincere coloro che hanno dubbi e paure, e farlo con calma e pazienza, portando alla consapevolezza chi si trova in un’area grigia di conoscenza e sentire. Ho conosciuto relatori di eccezione che sono ugualmente persone splendide e sono grata e felice che Italianwildwolf.it mi abbia invitato a questo magnifico evento. Abbiamo firmato un manifesto per i diritti del lupo e ululato insieme per una causa comune. Grazie a tutti di cuore.

Testimonianza di Sonia Lama e Gian Luca Scaglianti

Ogni due anni, e questa è l’ottava edizione, si realizza questa appassionante iniziativa di più giorni, in un luogo magico, il Castello Manservisi, a Castelluccio di Porretta Terme. Come tema, l’animale simbolo – il Lupo.
Noi siamo andati nella giornata del 27/10/2025, quando un susseguirsi di relatori, biologi, fotografi naturalisti, ricercatori, operatori del settore, attivisti e artisti hanno trattato l’argomento dalle loro rispettive e diverse competenze. Chiaramente non poteva mancare l’argomento di profonda preoccupazione, il declassamento del lupo, all’interno della Direttiva Habitat, da animale particolarmente protetto a semplicemente animale protetto. Come il biologo, esperto di genetica della conservazione, Ettore Randi ha ben evidenziato “il declassamento va contro la scienza perché i dati non sono sufficienti a determinare lo stato favorevole di conservazione del lupo in EU”. Ricordiamo che il primo, e al momento unico, censimento su tutto il territorio nazionale condotto dall’ ISPRA, è del 2022 da allora più nulla, non si hanno quindi elementi per fare valutazioni corrette. Aggiungiamo che, anche nella precedente normativa era consentito l’abbattimento di esemplari particolarmente problematici, ancor più, quindi, non si capisce il perché di questo declassamento. Sicuramente una campagna mediatica basata sul timore, manipolando l’informazione per creare panico, sfruttando paure ancestrali, ha creato il terreno ideale per cercare potenziali soluzioni disastrose. Contro questa propaganda, ben vengano queste iniziative, perché dare corrette informazioni, sostenute scientificamente, è un’ottima maniera per difendere il lupo. Cogliamo l’occasione per ringraziare pubblicamente la gev fotografo naturalista Antonio Iannibelli promotore e infaticabile organizzatore di questo importante evento che ha visto partecipare personaggi di importanza nazionale, e la grande sala, stracolma, ne è indice di partecipazione ed interesse. Ci piacerebbe vedere per le prossime biennali il logo delle GEV come patrocinante gli eventi…per non dover dire..”C’era una volta il Lupo”

Testimonianza di Rossella Gilli

Anche in questa edizione ho partecipato e collaborato per la riuscita della festa come in tutte le passate edizioni L’argomento LUPO mi ha sempre appassionato Conferenze e Incontri, alimentano la mia curiosità. Specialisti biologi, naturalisti, fotografi, guardie ecologiche volontarie si sono alternati per presentare i risultati di monitoraggi e ricerche sul lupo, parlando di etologia, genetica, e delle dinamiche di branco.
• Mostra fotografica e documentari: sono state allestite esposizioni di grande impatto visivo che hanno mostrato la vita selvatica del lupo nel suo habitat, contribuendo a un’immagine più realistica e meno stereotipata dell’animale.
• Escursioni guidate: il momento centrale per molti partecipanti è stata l’escursione “sulle tracce del lupo” nel Parco Regionale del Corno alle Scale. Guidati da esperti, i partecipanti hanno imparato a riconoscere i segni di presenza del lupo (impronte, fatte, marcature) e a comprendere il suo ruolo ecologico all’interno della catena alimentare.
• Attività per bambini: sono stati organizzati laboratori didattici e letture a tema, fondamentali per educare le nuove generazioni al rispetto della fauna selvatica.
Ma quello che volevo sottolineare, che per me oltre a essere un evento di accrescimento personale è un modo di condividere una passione fra persone emotivamente coinvolte con amici di vecchia data che lavorano assiduamente per la salvaguardia della biodiversità. Relatori che arrivano da ogni parte d’Italia a proprie spese pur di far parte della nostra festa, mi sento di dire nostra, perché con Antonio Iannibelli e Maria Perrone i veri promotori della festa ci lega un rapporto di amicizia e la sensibilità verso la natura e sono sempre più convinta che l’unico modo di contrastare le azioni dannose verso il lupo e l’ambiente è l’informazione corretta, l’educazione e la sensibilizzazione sono gli strumenti chiave per contrastare la disinformazione e gli abbattimenti illegali.
La Festa del Lupo2025 si è confermata un appuntamento fondamentale, riuscendo a unire la passione per la natura con il rigore scientifico. L’alta partecipazione di pubblico dimostra un crescente interesse verso la fauna selvatica e una volontà diffusa di promuovere un futuro di equilibrio tra le attività umane e la conservazione della biodiversità.
il successo ottenuto direi che ci darà la forza di continuare su questa strada e quindi arrivederci
alla prossima edizione.
In mostra oltre alle bellissime foto e alla ricca raccolta di testi sul lupo, quest’anno erano visibili anche alcune mie poesie, il mio piccolo contributo personale dedicato al lupo e alle sofferenze perpetrate purtroppo da noi umani.

Libertà per il lupo

Lupo che sfidi la bufera,
un tempo padrone di boschi e valli,
ora un’ombra furtiva tra rupi e calli.
Ogni tuo passo è un allarme, ogni fruscio un timore
La tua libertà un ricordo, un antico sentore.
Vorrei vederti correre ancora con il vento sul pelo,
senza il piombo che fischia, senza l’odio nel cielo.
Quando le sue zampe affondano nel muschio bagnato
non vedete che il suo cuore è accorato!
Non è un mostro, ma parte di un tutto,
un equilibrio sottile in parte distrutto,
è cacciatore sì, la legge dell’istinto lo guida
per fame non per diletto.
L’uomo ti teme, ti dipinge con gli artigli
ti accusa di rapina, di sete insaziabile
ma mi sorge un dubbio chi è il vero mostro?
Quando è L’uomo che imbraccia il fucile?

Parole in libertà (autrice Rossella Gilli)

Conclusione

La Festa del Lupo 2025 si chiude come un grande mosaico di scienza, emozione, testimonianze concrete e impegno civile. Un evento che non si limita a informare, ma che crea rete, rafforza le consapevolezze e rinnova la volontà di costruire un futuro in cui il lupo possa continuare a esistere non “perché utile”, ma perché parte essenziale e insostituibile della natura. Un’edizione che ha davvero il sapore di un nuovo finale da scrivere insieme.

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