Foto e testo di Gustavo Gesualdo
Ero in servizio presso la base elisoccorso di Fabriano, e avevo appena effettuato un servizio nel Pesarese.
La missione di soccorso ormai alle spalle, mentre facevo rientro in base nella mia mente di cacciatore fluttuavano alcune considerazioni, ad esempio di come una nevicata come quella di questi giorni abbia potuto rappresentare un serio problema per tutta la fauna selvatica… le tracce dall’alto si vedevano benissimo sul panorama fortemente innevato delle marche appenniniche. Una cosa singolare, che mai mi era capitata di vedere, è che molte si esse conducevano verso impluvi, nascondigli, tane o basi di grossi alberi isolati: sotto quegli alberi, in quegli impluvi, era dall’alto possibile identificare chiaramente delle zone di maggiore confluenza delle tracce assolutamente prive di neve, che avevano tutta l’aria di essere dei giacigli organizzati per la notte.
Questo mi ha indotto a pensare che daini, caprioli, cinghiali, lupi possano probabilmente ritenere che il contatto col terreno possa essere più confortevole per il riposo notturno se privo di neve; persino i mucchi di letame accumulati nei campi sono stati oggetto di questa particolare rimozione di neve “a scopo residenziale”. Mi spiace solo non aver avuto la possibilità di prendere altre immagini di queste particolarissime lestre.
Ritornando alle foto dei lupi, nella tratta di rientro ho sorvolato una porzione del Parco del Monte Cucco, segnatamente la zona montuosa tra Colle della Noce e Perticano, e ho colto quel branco di lupi proprio su una cresta posta alla confluenza di diverse valli. Col girare del vento, non sarebbe stato difficile per loro percepire ogni possibile effluvio di possibili prede, da quella posizione così privilegiata.
Altro elemento che mi ha molto stupito, oltre all’indiscutibile fascino che ha quasi dell’ipnotico di questi meravigliosi animali è il fatto che il più grande, probabilmente il maschio dominante, è rimasto lungamente allo scoperto in mezzo alla neve per tutto il tempo in cui gli ruotavo sulla testa, semplicemente ruotando la testa e seguendomi con lo sguardo. Questo atteggiamento di particolare resistenza mi ha un po’ insospettito: pensavo che potessero esserci cuccioli dai quali non voleva allontanarsi, che sapeva avrebbero potuto non avere scampo se messi al cospetto di un movimento di emergenza nella neve fresca e parecchio alta. Ma di cuccioli nessuna traccia.
Ti garantisco che un elicottero è una macchina che fa un rumore infernale, tra il sibilo delle turbine, il rumore dei rotori e il girar di ingranaggi, nella quiete immota di una cima innevata ciò viene percepito come insostenibile dall’uomo, figurarsi da animali silvestri e schivi come i lupi.
Solo quando ormai ero a poche decine di metri sopra di lui/loro, ha deciso di muoversi e accennare ad un allontanamento, che però non aveva la connotazione di una vera e propria fuga; c’era un che di innata fierezza nel loro comportamento, che se da un lato mi ha affascinato ancora di più, dall’altro mi ha spinto a ritenere di non doverli disturbare oltre misura; decidevo quindi di lasciarli alla pace delle loro cime, splendide, silenti ed innevate.
Questa inusuale prospettiva ci consente di conoscere qualche cosa di più dei nostri amici lupi e ci conferma la loro grande adattabilità anche sulla neve …
Grazie Gustavo
my pleasure! 🙂
Fantastici documenti,
direi emozionante!!!
bellissimo…un grazie al pilota/cacciatore e ad Antonio
le nevicate di questo periodo hanno effettuato una notevole selezione naturale alla quale solo gli esemplari più resistenti sono riusciti a sopravvivere e non avevo dubbi sulla resistenza dei lupi a poche decine di Km da casa mia
un grazie a tutti…e viva il lupo
bellissime immagini! sicuramente da lasciare con il fiato sospeso… complimenti a l’autore