Accadde un pomeriggio di agosto del 2013 mentre, solitario, passeggiavo con un libro in mano nel “piccolo bosco”, con la fotocamera a tracolla e tra mille pensieri. La mia attenzione era rivolta ai sassi scivolosi lungo il tragitto, quando ad un tratto notai qualcosa di piccolo e insolito che scappava dinanzi a me.
Colto di sorpresa, non pensai nemmeno ad impugnare la fotocamera per “catturare” quei cuccioli, che in pochi secondi scomparvero dalla mia vista nel sentiero delimitato da rocce. Mi fermai, incredulo. Ma quei due cuccioli insoliti non erano cani! Attesi un minuto, sperando si fossero fermati più avanti, arrabbiato con me stesso per la scarsa prontezza nel fotografare il momento passato e mi incamminai seguendo le loro tracce. Nel punto da cui erano scappati al mio arrivo le foglie non coprivano come sempre il terreno, segno che lì qualcuno aveva giocato e smosso la terra. Proseguii ancora e, ancora una volta, con poco ottimismo, mi feci cogliere di sorpresa: dinanzi a me, distanziati a circa 20 m, due canidi che non erano domestici mi davano le spalle e mestamente, ignorandomi ma sentendo il mio sopraggiungere, si inerpicarono ognuno lungo un sentiero roccioso che portava sul versante alla mia destra. Così, in men che non si dica, sparirono dalla mia vista non senza che provassi a fotografarli. Ma, nella foga del momento, mi accorsi che mentre scattavo alla cieca senza mirare avevo messo a fuoco su un rametto basso che ostacolava il passaggio e non vi era traccia alcuna dei due lupi adulti nelle foto.
Che rabbia! Ero certo: era due lupi. Non poteva essere diversamente. Le zampe, la coda, la colorazione grigio-rossiccia, il fatto che non mi avessero degnato di attenzione ma, anzi, avessero preferito andar via, tutto stava a dimostrarmi che non si trattasse di cani.
Ricordo che nel 2011 con Antonio Iannibelli avevamo trovato le tracce della presenza del lupo, dopo la curiosità scaturita dalla notizia di un lupo trovato morto in estate lungo la strada che porta a Laterza. Così, Antonio aveva deciso di trascorrere una mattina da noi, nel “piccolo bosco”, alla ricerca di qualche segno della sua esistenza, lì dove io, se fossi stato un lupo, avrei dimorato. Era il luogo ideale. Selvaggio e protetto.
Da allora, erano trascorsi alcuni anni in cui il mio pensiero andava spesso al misterioso fantasma dei boschi e non nascondo che, ogni qual volta mi recavo nel bosco, fantasticavo di imbattermi in lui. Finalmente era accaduto. Quando meno te l’aspetti lui si mostra.
Ecco perché con la mia associazione ed alcuni amici più stretti, abbiamo deciso di investire i proventi delle escursioni nell’acquisto di una video trappola. Su indicazione di Antonio ho scelto quella adatta. Dopo un paio di mesi, nel gennaio del 2014, finalmente è giunto il momento di posizionarla lì dove era avvenuto l’incontro.
Ma per un paio di settimane nulla si è visto, se non qualche topolino o cacciatore di passaggio. Un po’ frustrati, abbiam deciso di pensare come il lupo, di capire quali potessero essere i sentieri percorsi.
Un giorno abbiam risalito un versante che, nei video distanti ripresi dall’ultimo punto di osservazione, pareva ogni notte attraversato da faine e tassi. Ad un certo punto abbiamo trovato una mandibola di pecora. Poi un’altra. <<Ecco!>> ho esclamato. <<qui sono certo che passino anche i lupi>>.
E di lì a pochi giorni, mentre davamo un’occhiata ai video sul posto, dopo aver ripreso faine, volpi, tassi e istrici, in un video è comparso un profilo che lentamente, passando sotto la video trappola, avanzava fino a mostrarsi chiaramente. Avevamo finalmente la prova che il mio incontro non era frutto della mia fervida immaginazione! In ben due video un esemplare abbastanza giovane si mostrava in tutta la sua bellezza.
Ho avvertito subito Antonio e da allora è stata una continua scoperta. Fino alla ripresa video di un esemplare maestoso, un maschio stupendo che ha popolato i miei sogni per un po’. Sì, perché, spesso pensavo a chissà quante volte quel lupo così fiero e prestante era stato nascosto tra i cespugli e le rocce, a osservarmi. E io non lo avevo mai notato, mai avevo sentito i suoi passi. Quante volte avrà seguito da lontano le mie passeggiate solitarie, accettando la mia presenza fino a mostrarsi poi in quel pomeriggio d’estate.
E’ giunta poi la primavera del 2014. I video non mostravano più da un po’ il passaggio dei nostri amici. Così ho deciso ad un certo punto di cambiare completamente zona del bosco, focalizzandomi lungo un passaggio roccioso e ripido che giunge fino al sentiero principale. Qui, dopo un mese circa, e dopo alcuni video in cui si vedevano lupi adulti in rapido passaggio notturno, una mattina la grande scoperta. In un video ho visionato uno, poi un altro, e ancora un altro e un altro ancora, fino a 6 cuccioli di lupo che in fila indiana risalivano tra le rocce, quasi a sfilare davanti alla video trappola, affinché li potessi contare.
Che meraviglia! Ho avvisato immediatamente Antonio, che di lì a qualche giorno sarebbe stato in zona. Non ci poteva credere nemmeno lui e lo capivo. Io che li guardavo e li riguardavo continuavo a non crederci. Abbiamo pianificato quindi una settimana di appostamenti mattutini. Era ormai agosto. I cuccioli dovevano avere circa 3 mesi e Antonio diceva che avevamo poco tempo prima che iniziassero a esplorare territori più ampi.
La settimana più incredibile della mia vita è iniziata con gli ululati di Antonio, appostati una sera su uno sperone roccioso di uno strapiombo di 15 metri insieme a Fabio e a Ilaria. All’imbrunire si sentiva movimento nel bosco, non vedevamo nulla, ma si intuiva che dovevano essere più esemplari. Antonio ha accennato un richiamo, cui ha risposto un lupo adulto dal cuore del bosco, quasi a zittire prontamente i cuccioli. Abbiamo atteso circa un’ora. Ormai buio e con la luce della luna velata da qualche nuvola, Antonio ha ricominciato ad ululare. Ci è voluto poco perché rispondessero tutti, in un coro indimenticabile di ululati che venivano dall’altopiano di fronte. Per la prima volta avevamo contezza della loro reale esistenza. Non erano immagini mute per quanto belle. Finalmente sentivamo qualcosa di tangibile e in tempo reale! Nei giorni successivi abbiamo deciso di appostarci al mattino presto. Una sera Antonio mi ha chiamato sul tardi dicendo che ci saremmo appostati con il buio, in tre punti diversi. Io sarei andato sullo sperone roccioso. Ero felice perché sentivo che quello era il punto migliore. Alle 3.30 di notte ho inviato un sms a Ilaria per sapere se sarebbe venuta con me. Non se lo è fatto ripetere. Siamo arrivati insieme sulla parete mentre iniziava ad albeggiare. Si prospettava una giornata caldissima. Ci è voluto poco perché iniziassimo a sentire movimento nel bosco. Speravo che passassero in quella radura 15 m più in basso in cui gli alberi fitti non coprivano la mia vista. E così è stato. Abbiamo sentito rumore di foglie avvicinarsi e mi son steso piatto sulla roccia. Sono apparsi nell’ombra del mattino ancora buio, attraversando rapidi la piccola radura impedendomi di fotografarli. Avevo un teleobiettivo inadatto a carpire la poca luce. Ero arrabbiato. E se non fossero ripassati? Allora ho fatto vari tentativi di messa a fuoco e di esposizione, trovando il giusto compromesso. La seconda volta ancora era troppo buio. Ho cercato allora di attirare la loro attenzione lanciando dei sassolini lì giù. E finalmente al terzo passaggio erano miei. Uno, due, tre cuccioli sono passati sostando a lungo sotto la parete rocciosa. Ho scattato più che potevo, consapevole che un’opportunità del genere capita raramente nella vita.
Ilaria mi teneva preoccupata le gambe. Temeva cadessi giù perché con il busto sporgevo nel vuoto. Ma io ero lì che guardavo negli occhi un cucciolo bellissimo che mi aveva visto e, incuriosito, mi stava fissando senza andar via. Ogni tanto piantava le zampe anteriori nel terreno, come fanno i cani quando vogliono giocare.
E in me cresceva una tenerezza indescrivibile frammista all’emozione che solo un animale così può provocare. Ho continuato a fotografare, fino a quando i cuccioli hanno deciso di proseguire i loro giochi nel fitto della boscaglia, lasciando me e Ilaria pietrificati dalla gioia di un incontro inimmaginabile, che rimane nel cuore e nei sogni di chi ha la fortuna di imbattersi in un lupo o, nel nostro caso, in cuccioli bellissimi.
Antonio Laselva
Leggendo il tuo racconto , vivo anch’io l’emozione della ricerca sul campo di questo splendido animale , di cui ad oggi ho avuto la fortuna di vedere le impronte sulla neve fresca e di sentire alcuni abbai notturni . Sono emozioni magiche
La tua dettagliata descrizione fa si che il lettore entri nel vivo delle vicende.. In alcuni momenti mi è sembrato di starti accanto e di aver vissuto con te queste meravigliose esperienze…grazie per avermi regalato questi magici istanti al termine di una faticosa giornata 🙂
Una nottata indimenticabile! Grazie ❤️